<%@LANGUAGE="VBSCRIPT" CODEPAGE="1252"%> Ricordi di naja - di Alberto Pirodda

Giustino Caposciutti in data 01-dic-2003 ci ha inviato la lettera che viene pubblicata per tutti gli ex-allievi :

 

Carissimi,

Sì è proprio così, in India sono stato in cerca di ispirazione per l'arte, ma soprattutto per il vivere quotidiano. Molti anni fa, 28 per l'esattezza, spinto da inquietudini esistenziali, che mi portavano a curiosare negli ambienti più disparati mi imbattei in una esperienza ed in una persona capaci di aiutarmi ad acquietare le mie inquietudini. Da allora seguo e diffondo questa cosa che non è filosofia e non è religione ma soltanto un modo per vivere meglio, più sereni e felici.

Ho sempre avuto aspirazioni artistiche ma queste cominciarono a concretizzarsi subito dopo il militare quando iniziai a dipingere ed incoraggiato da amici mi iscrissi all'Accademia di Belle Arti di Torino e da allora ho fatto tutto un percorso iniziato col figurativo e passando per l'astratto sono approdato a poco a poco ad un'arte sperimentale e d'avanguardia che sta a cavallo fra la pittura, la scultura e l'arte tessile. Infatti, sono noto per de-tessere le tele, anzichè dipingerle, in modo che, togliendo filo dopo filo da una tela ottengo trasparenze, pieni e vuoti, ritmi, onde, ecc. ed il quadro che vien fuori interagisce con la luce e l'ambiente. (Manderò a breve le foto dei miei lavori per il "nostro" sito).

Quando dico "Insieme, oltre a ritrovarci possiamo fare qualcosa di bello " intendo che oltre a rincontrarci una o più volte tutti insieme o a gruppi il che sarebbe già bello, mi sono venute in mente queste considerazioni:

 
  1. Noi eravamo 129 persone, istruite, selezionate, quindi in gamba, intorno ai 20 anni eravamo già dei leaders. Persone di valore e probabilmente la maggior parte di noi avrà raggiunto posizioni di vertice nel proprio ambito lavorativo.
  2. Adesso circa 90 di noi si son ritrovati, siamo tutti intorno ai 60 anni, quindi in pensione o giù di lì, con figli già grandi e condizioni economiche agiate
  3. Portando tutta la nostra esperienza del passato, sia di quello vissuto insieme che di quello successivo, individuale, nel presente quali prospettive si aprono per noi?

Io non ho idee precise, nè voglio averle, ma se ci mettiamo a lavorare come team ove ognuno mette a disposizione del gruppo le proprie qualità, sono certo che da un lotto di gente così possono venir fuori grandi cose.

Faccio un esempio ma altri possono venire in mente anche a voi:

  • per 5 mesi ci insegnarono a fare la guerra, dopo noi stessi istruimmo altri a fare altrettanto. Sono tuttavia molto contento che in tutti questi anni quello che abbiamo imparato non sia mai stato messo a frutto. Ed a questo punto penso che non corriamo più il rischio d’essere richiamati.
  • Il mondo è sempre sull'orlo del baratro. Nuove minacce e nuove forme sempre più sofisticate di conflitto sono presenti e volenti o nolenti ne siamo tutti coinvolti.
  • E' forse normale che questo accada quando gli stati, i governi destinano incommensurabili risorse per gli armamenti e niente o quasi per la pace. In ogni stato c'è un ministero della guerra o della difesa comunque lo vogliamo chiamare e non c'è mai un ministero della pace. Ogni nazione ha eserciti di migliaia o milioni di persone per la difesa o la guerra ma soltanto pochissimi o nessuno per la pace.

Personalmente, da anni sono impegnato in iniziative di pace, prima di tutto mantenendola in me stesso ed estendendo la cosa agli altri sia attraverso l’arte che con altre manifestazioni.

Ciò che propongo è soltanto di pensare a un progetto interessante per tutti noi sul quale possiamo convergere ed impegnarci a portarlo avanti.

Che ne dite? E’ il caso? Potremmo farcela? E’ troppo presto per dirlo?

Un abbraccio Giustino

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